Mentre scrivo queste righe mi trovo a Diego- Suarez, al Nord del Madagascar, per l’incontro annuale del clero della Diocesi e mi trovo davanti a una tomba molto significativa per noi Redentoristi: quella di mons. Jean Wolff (1905-1990), terzo ed ultimo Vescovo francese di Diego, dal 1947 al 1967.
È stato proprio questo Vescovo che ha chiesto al P. Generale del tempo, William Gaudreau, la presenza redentorista nella sua Diocesi.
50 anni fa è stato lui ad accogliere i primi Redentoristi in questo bel porto di Diego-Suarez, che gode di una delle baie più grandi al mondo; inoltre, il Vescovo transalpino ha fondato la Congregazione delle Suore del Cuore Immacolato di Maria (CIM), la cui Casa Generalizia si trova nel quartiere di Scama; all’interno della Cappella delle Suore riposano le spoglie di questo Santo Vescovo. Facciamo un volo e andiamo dall’altra parte del pianeta, in America latina: Messico, la terra de los Indios y de la Virgen de Guadalupe (degli Indios e della Vergine di Guadalupe).
Nel 1908, i Redentoristi spagnoli giunsero al porto di Veracruz e subito incominciarono la loro attività che li caratterizza: le Missioni Popolari. Con il tempo, nel 1966, primo Centenario dell’affidamento dell’icona della Madre del Perpetuo Soccorso alla Congregazione, il Messico diventa una delle provincie della Congregazione del Santissimo Redentore e consolida le sue strutture: formazione, economia e soprattutto la pastorale.
In più di 100 anni di presenza Redentorista in Messico, la principale attività pastorale della Congregazione è stata sempre la stessa: MissioniPopolari tra i più abbandonati, cercando sempre di adattare il meglio possibile, la metodologia alle circostanze della popolazione. Io sono nato nella Diocesi di Morelia, che anche per provvidenza del Buon Dio, è stata la prima città a ricevere l’immagine del Perpetuo Soccorso, giunta in Messico, prima dell’arrivo dei Redentoristi.
Il mio primo contatto con loro è stato verso i 12 anni, durante una Missione Popolare: qui ho sentito la chiamata a diventare missionario e qualche mese dopo, grazie a Dio, mi trovavo nel Seminario Minore Redentorista di San Luis Potosi. Ho percorso le varie fasi della formazione: noviziato, professione religiosa e ho ricevuto l’ordinazione sacerdotale nel 1987.
Da seminaristi, durante le Settimane Sante e nelle vacanze estive, accompagnavamo i Padri per le Missioni Popolari: mi ricordo del Rosario dell’Aurora pregato per le strade dei piccoli villaggi, della “Predica grande” fatta dai Padri spagnoli, delle lunghe file di persone che si accostavano ai missionari per confessarsi. Nei villaggi dove arrivavano i Redentoristi vi era una vera rinnovazione della vita cristiana.
Dopo l’ordinazione sacerdotale ho esercitato il mio ministero nella formazione dei futuri missionari; anche da formatore, ho accompagnato i seminaristi, sempre durante la Settimana Santa e nel periodo delle vacanze abbiamo svolto delle Missioni Popolari.
Il mio primo incontro con la Provincia religiosa Napoletana(Provincia Madre del Madagascar e di tutta la Congregazione) è stato nel 1994. Circa 20 confratelli di tutta la Congregazione, proseguivamo gli studi presso il Collegio Maggiore di Roma; eravamo a Ciorani, per un corso di Spiritualità Redentorista, guidati dal p. Sabatino Majorano.
È stata una bellissima esperienza vedere e toccare le radici Redentoriste: Marianella, Santa Maria dei Monti, Scala, Pagani, Materdomini. Abbiamo avuto anche l’opportunità di ascoltare l’esperienza dei confratelli napoletani circa la Missione Redentorista in Madagascar; il p. Majorano in quella circostanza ci disse: “Se qualcuno vuol andare in Madagascar …”. Alla fine del corso abbiamo partecipato alla prima Professione Religiosa di alcuni Novizi Italiani e Malgasci, che terminavano il noviziato in Italia.
Per me l’invito del p. Majorano e, qualche tempo dopo, del Capitolo Generale XXII (West End, USA, 1997), di andare incontro ai fratelli più poveri dell’Africa e del Madagascar ha risuonato molto forte nel mio cuore.
Il Verbo di Dio nella persona di Cristo ha lasciato il Cielo per diventare Uomo (Fil2,6); il nostro Santo fondatore Alfonso de Liguori ha lasciato Napoli (2 Novembre 1732) per diventare povero nelle campagne…perché non lasciare il Messico, nella stessa logica di Gesù Cristo e di sant’Alfonso per diventare missionario in Madagascar? Preghiera, discernimento, richiesta ai Superiori… “IntyAho!”: “Eccomi!”, (Lc1,38), ho risposto. Il 25 Gennaio 2002 sono arrivato a Tananarive e il 19 dicembre 2007 sono diventato canonicamente membro della Regione del Madagascar.
Il mio secondo incontro con la Provincia Madre è stato indimenticabile: confratelli autentici e veri figli di s. Alfonso. Ero alla capitale dell’Isola Rossa. Approfitto per dire di cuore: Muchas Gracias Hermanos! (Tante grazie, Fratelli!), ai pp. Antonio De Luca, Vincenzo Sparavigna, Antonino Pascale, Vincenzo Martone, Francesco La Ruffa, Vincenzo Famà, Silvestro Lafasciano, Lorenzo Gasparro e Filippo Strippoli.
I miei primi anni in Madagascar sono indimenticabili proprio per la testimonianza di questi confratelli: fede profonda nel Redentore, dedizione totale alla Missione, semplicità e coerenza di vita e un grande amore a s. Alfonso, s. Gerardo e alla Madonna del Perpetuo Soccorso. Sono stato testimone del passaggio della “Missione Malgascia” alla “Regione Malgascia” (2006) e, in questo anno 2017, dalla “Regione Malgascia” alla “vice-Provincia Malgascia”.
Posso dire con serenità che la nostra neo vice-Provincia è stata privilegiata nell’avere come provincia madre quella Napoletana; tutti i Confratelli Malgasci possono dire di aver ricevuto tanto e di essere stati sempre sostenuti dalla nostra Provincia Madre. Un grazie infinite a tutti i nostri Superiori Provinciali di Napoli, ai nostri confratelli che hanno lavorato diversi anni in Madagascar e ai tanti confratelli e amici laici dell’Italia che con sudore e sacrificio hanno tanto lavorato in questo Paese dell’Africa nell’annuncio del Vangelo e nel sollevare la situazione sociale di questa gente: il buon Dio vi ricompensi con la vita eterna!
Nei miei “primi” 10 anni in Madagascar, fino al 2011, ho fatto esattamente ciò che non volevo: lavoro nella Formazione, perché già adempiuto in Messico. Ma ho capito subito in quel 2002, che il Madagascar aveva bisogno di formatori; e anch’io avevo bisogno di imparare la lingua del popolo e soprattutto di conoscere e accettare la cultura del popolo Malgascio. Quindi, sono stato missionario di Missionari, a Tanarive (2002-2004), Anjiro (2004-2005), Andranokoboka (2005-2008); e ancora a Tanarive(2008- 2011). Il 19 settembre 2011 sono arrivato ad Ampanefena, al nord del Madagascar…e qui incomincia per me una nuova avventura: non più “Misiones Populares” come in Messico, ma “Tournée Pastorales”: è lo stesso lavoro kerigmatico della Congregazione al mondo intero: “Proclamare la Buona Nuova della Redenzione ai poveri”, (Lc 4,18; Sal 129,7).
Ma le circostanze sono completamente diverse. Nella mia Provincia di origine, Morelia, praticamente tutti sono Cattolici; in questa zona del Madagascar, solo il 9%. Infatti, il Madagascar è ancora un vero Paese di Missione: il 60% della popolazione mai ha sentito parlare di Gesù Cristo, il nostro Redentore. La povertà e la mancanza di strutture ostacolano tanto l’Evangelizzazione: non ci sono chiese nelle campagne, tante persone sono analfabete, molta è la sofferenza. La Chiesa in Madagascar è giovane, piena di vitalità, possiamo dire che è in piena primavera, sta sbocciando, a differenza di altri Paesi nel mondo.
In Messico la “Missione Popolare” è ben organizzata, con unprogramma ben preciso, con degli obiettivi, strategie, mezzi, tempi, ecc. In Madagascar la “Tournee Pastorale” è più spontanea, senza schemi o tempi: i missionari possono fare tournée per una giornata o per 10 giorni o anche un mese, visitando tutti i villaggi del nostro territorio e sono circa 70, il più lontano è a circa 100 km e spesso molti di questi sono raggiungibili solo a piedi. In quasi tutte le Tournée di Ampanefena la prima evangelizzazione occupa quasi tutto il tempo; tante persone si preparano al Battesimo e pian piano agli altri sacramenti. In Messico come in tutto il mondo, anche qui in Madagascar si può sentire sempre la “Presenza” di qualcuno che incoraggia noi missionari ad andare sempre avanti in cerca della pecora perduta ed annunciare che Gesù Cristo risorto, è l’unico e grande Missionario del Padre (Mt 28,20).
p. George Guerrero C.SS.R.
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